La Food and Drug Administration (l’ente Usa che regola i prodotti alimentari e farmaceutici), per la prima volta nella sua storia, ha autorizzato l’utilizzo di uno smartwatch in neurologia.
Il dispositivo medico è stato sviluppato da una società italiana: Empatica.
Empatica è stata fondata fondata nel 2011 da Matteo Lai, Maurizio Garbarino, Rosalind Picard e Simone Tognetti sotto l’ala del MIT MediaLab, laboratorio del Massachusetts Institute of Technology di Boston.
Emapatica si è presentata sul mercato con una campagna di crowdfunding, nel 2015. Oggi, dopo quasi tre anni vanta 45 dipendenti con sedi a Cambridge (negli Stati Uniti) e Milano. “I dispositivi medici – afferma il ceo Matteo Lai – hanno di solito un grande problema: sono ingombranti e scomodi. Le persone, semplicemente, non vogliono indossarli.
Embrace è uno smartwatch sottile, leggero e dall’estetica piacevole. A prima vista può sembrare uno sportwatch come quelli che si utilizzano per per tracciare l’attività fisica. “Volevamo progettare il primo dispositivo medico al mondo usato come salvavita ma che avrebbe potuto vincere un premio per il design”.
Un successo del 100%
Embrace, che nell’aprile 2017 ha ottenuto l’approvazione delle autorità europee, non ha convinto la Food and Drug Administration con il design ma con le proprie funzionalità dimostrate da numerosi test: coinvolgendo 135 pazienti affetti da epilissia, monitorandoli, 24 ore su 24, per 272 giorni. Durante questo periodo lo smartwatch di Empatica è sempre stato capace di individuare le crisi, nel 100% dei casi.
Il sì delle autorità americane è stato festeggiato anche da Orrin Devinsky, uno dei maggiori esperti al mondo nel Epilessia, direttore del Comprehensive Epilepsy Center della New York University: “L’approvazione di Embrace – ha affermato – rappresenta una pietra miliare nella cura dei pazienti epilettici. Il dispositivo permette di avvisare familiari e soccorritori, consentendo loro di intervenire durante o poco dopo la crisi”. Un intervento tempestivo che, spiega Devinsky, “in molti casi può salvare la vita dei pazienti”. Parlando della situazione del proprio paese (Stati Uniti) l’esperto dichiara che, oggi l’1,2% della popolazione americana soffre di epilessia: 3,4 milioni di persone, 470.000 delle quali sono bambini. Un terzo di loro non risponde alle cure per limitare gli attacchi, che spesso comportano stordimento, perdita di coscienza e, in 3.000 casi all’anno, morte improvvisa.