Chi pensa mai a cosa non deve mancare in un telefono per garantire una trasmissione ottimale del suono quando si alza la cornetta? Alcuni approfondimenti su un argomento complesso.
Berlino | Capire ed essere compresi dall’interlocutore è il fondamento di una buona comunicazione. Ciò vale per ogni tipo di scambio verbale, in quanto, a differenza di gesti, espressioni facciali e caratteri (scritti), il linguaggio orale ha un punto di forza unico, trasmette infatti il significato di quanto affermato in modo più trasparente: basta una breve pausa prima di una parola o un’enfasi leggermente diversa per cambiare completamente il senso un’affermazione.
È dunque assolutamente essenziale trasmettere il tono al telefono esattamente com’è, evitando ritardi e distorsioni, proprio come se gli interlocutori fossero seduti nella stessa stanza. Ma come si ottiene questo risultato? In effetti il parlato viene convertito dall’analogico al digitale e viceversa e l’audio trasmesso viene compresso, impacchettato, spacchettato. Eppure si crea qualcosa che è possibile riconoscere come una “voce” individuale. Una piccola magia*. Una sbirciata dietro le quinte mostra gli elementi salienti di una buona qualità audio nella telefonia IP.
Fattori di disturbo
Nella comunicazione digitale, il parlato viene digitalizzato tramite codec e compresso in pacchetti di dati. Ma anche il percorso compiuto dai pacchetti di dati (routing) è essenziale. È infatti fondamentale che tutti i pacchetti di dati arrivino nel giusto ordine e al momento giusto. Se ciò non avviene, si verifica una distorsione, ovvero una una variazione del tempo di esecuzione dei pacchetti di dati, percepibile come la voce “spezzata” o “metallica” particolarmente evidente si si impiegano piattaforme di telefonia “libera”, come Skype e simili, dove non viene fatta alcuna distinzione tra file vocali e altri formati. In questo caso, i file vocali non hanno alcuna prioritizzazione, motivo per cui spesso giungono al destinatario in modo errato o in ritardo.
Un altro problema si verifica quando la connettività Internet selezionata non dispone di una banda sufficiente: a seconda del codec utilizzato per una buona trasmissione vocale ogni connessione telefonica necessita tra i 3 Kbit/s – GSM – e i 128 Kbit/s – G711-G722 –. La prioritizzazione del traffico voce rallenta inizialmente la rete, cosa a cui si ovvia utilizzando un codec con un consumo di banda minimo, che può tuttavia anche cagionare perdite di qualità.
La qualità non è un caso
Il superamento di questi ostacoli non è tuttavia ancora garante di una buona trasmissione vocale, perché entra qui in gioco il prossimo potenziale punto debole: lo chassis!
Il problema può emergere infatti già durante la progettazione iniziale dei terminali e nel vaglio del posizionamento ottimale di altoparlanti e dei microfoni in base alle loro aree di applicazione, ad esempio nella cornetta o nell’alloggiamento del vivavoce. Una volta create le condizioni ideali si passa alla fase successiva, ovvero alla selezione delle componenti hardware da impiegare. In questo ambito anche la compatibilità tra le componenti è essenziale per garantire che tutte le parti lavorino insieme in modo ottimale e che si disponga di sufficiente capacità per la codifica e l’invio dei dati in tempo reale.
Nel caso dei terminali Snom, il processo di valutazione della qualità audio inizia non appena è disponibile il primo prototipo industriale. Tale processo procede quindi e viene costantemente ottimizzato per l’intero ciclo di vita del prodotto. Nel corso degli anni, il produttore berlinese, grazie alla sua esperienza e al suo laboratorio audio, è stato in grado di migliorare costantemente la qualità audio dei suoi prodotti combinando i più recenti algoritmi DSP con la trasmissione VoIP. In particolare, Snom è riuscita a risolvere diversi problemi caratteristici della tecnologia VoIP, come i ritardi di elaborazione e di rete, la perdita di pacchetti e il rumore. Un aspetto che l’azienda vanta tra i suoi fiori all’occhiello.
È questa attenzione ai dettagli durante la fase di progettazione che fa la differenza nella qualità di trasmissione della voce nei telefoni. In questo frangente i test soggettivi sono importanti quanto quelli oggettivi: un telefono teoricamente ben regolato può comunque presentare nella pratica una qualità audio scadente. Per Snom, i dispositivi ben calibrati sono quelli in cui un ciclo di prove oggettive è seguito da una fase di test soggettivi ed entrambe le valutazioni soddisfano le aspettative, sia in merito all’acustica della cornetta sia a quella del vivavoce.
La qualità dell’audio è data per scontata dalla maggior parte degli utenti: quanto questa tecnologia sia ancora oggi complessa e laboriosa diventa chiaro solo quando ci si confronta con le esperienze audio spesso scadenti degli smartphone più sofisticati o di dispositivi da tavolo di design.
* Per saperne di più sulla trasmissione vocale digitale: https://www.snom.com/solutions/audio/,