Due anni fa abbiamo avuto modo di testare il diffusore wifi Sonos PLAY:3, un dispositivo dalla qualità audio più che entusiasmante ma deludente in termini di design, motivo per cui, poco dopo aver eseguito il test, ci siamo dotati di un Sonos PLAY:1, precursore dell’attuale Sonos One, che riteniamo a tutt’oggi uno tra i nostri migliori acquisti. Viste le esperienze oltremodo positive, recensire la nuovissima soundbar di Sonos si é rivelato estremamente interessante per quanto, a suo modo, contraddittorio.
Panoramica del dispositivo
Il fatto che la stragrande maggioranza dei televisori piatti di nuova generazione sia dotata di altoparlanti interni di discutibile qualità a dispetto del costo d’acquisto, ha favorito i numerosi produttori che si sono guadagnati nel frattempo un’importante fetta di mercato tra gli utenti che gradiscono che l’audio sia tanto coinvolgente quanto le sequenze di immagini sullo schermo. Il – peraltro funzionalissimo – televisore smart LG utilizzato per la recensione non fa eccezione.
Non stupisce quindi che Sonos abbia voluto accedere a questo mercato con la sua Sonos Beam Soundbar, un prodotto che sulla carta ha tutte le carte in regola per diventare un best seller.
Estremamente compatta e stilosa, la Sonos Beam Soundbar é lunga soli 65 cm, larga 10 e alta poco meno di 7, il design é minimalista e gli angoli arrotondati ne fanno un’alternativa piacevole alle abituali forme squadrate di questi dispositivi. I materiali sono, come riscontrato in tutti i prodotti Sonos finora testati, di eccellente qualità.
Pensata soprattutto come complemento per la TV, la Sonos Beam Soundbar funge anche da diffusore wifi. Comandi touch particolarmente reattivi consentono di regolare manualmente il volume (su/giù), selezionare il brano da ascoltare (precedente/successivo), attivare la riproduzione o metterla in pausa, e disattivare il microfono (la soundbar ne integra ben cinque, utilizzabili per fruire di eventuali assistenti vocali).
Le spie LED indicano lo stato del dispositivo, l’attivazione della funzione “mute” e il feedback vocale. Una caratteristica, quest’ultima, di cui parleremo in seguito.
A livello di connettività, come noterete dall’immagine qui sopra, mancano all’appello un eventuale jack per cuffie, un’uscita analogica e ottica. La mancanza di quest’ultima ci ha stupiti essendo abituati alla nostra soundbar, ormai un pò datata, che dà il meglio di sé solo con connessione ottica.
Tuttavia la confezione include un adattatore ottico per il cavo HDMI-ARC che abbiamo inizialmente utilizzato per rilevare eventuali differenze in termini di qualità audio e funzionalità tra la connessione ottica e quella preferenziale per la Sonos Beam Soundbar, ovvero HDMI-ARC.
Le differenze in effetti ci sono, sia lato qualità audio (decisamente minore con la connettività ottica), sia in termini di ritorno audio alla TV. In presenza di una connessione ottica diretta é possibile sincronizzare il telecomando del televisore con la soundbar attraverso il suo ricevitore a infrarossi ma il volume può essere abbassato con il telecomando solo se vengono riprodotti brani da piattaforme di streaming o PC a televisore spento.
La connessione HDMI-ARC consente invece di aumentare o abbassare il volume della soundbar con il telecomando anche durante la riproduzione di brani o filmati tramite TV.
Nel caso del nostro LG questa funzione (SIMPLINK) va attivata anche manualmente sul televisore (una tantum) e, a differenza della connessione audio ottica diretta, se non la si disattiva, non é possibile modificare l’uscita audio.
Il wifi
Lato connettività wifi riscontriamo lo stesso difetto in termini di “future readiness” presente sul diffusore Sonos PLAY:3. Anche la Beam supporta lo standard wifi 802.11 b/g nella frequenza da 2,4 GHz. Ne consegue che la soundbar non può essere collegata alla rete domestica se il router dispone esclusivamente dello standard n/ac o della frequenza da 5GHz. Inoltre reti dotate di ripetitori wireless creano problemi alla soundbar, che, come riscontrato sul sito del produttore, va collegata preferibilmente al router per operare al meglio.
Ciò può rappresentare un impedimento, qualora la soundbar si trovi in una zona mal coperta dal segnale wireless o in presenza di reti wifi Mesh, i cui satelliti non sono dotati di porta LAN. Fortunatamente il nostro WLAN-extender ne ha ben due, abbiamo quindi evitato qualsiasi problema di latenza o malfunzionamento durante il periodo di test.
Funzionalità audio e qualità del suono della Sonos Beam Soundbar
Quattro woofer, cinque amplificatori digitali classe D e un tweeter dovrebbero assicurare secondo Sonos una riproduzione fedele delle frequenze vocali intermedie, bassi intensi e profondi e dialoghi chiari e definiti.
Premesso che di norma una soundbar da sola non regala un’esperienza home theater la Beam di Sonos assolve egregiamente al compito di complemento per la TV.
L’ audio dei filmati riprodotti é distribuito in maniera eccellente nell’ambiente e – naturalmente a seconda della qualità del suono alla fonte – la Beam regala l’impressione di essere al cinema. In concomitanza di uno o più satelliti Sonos, come il nostro diffusore wifi PLAY:1 o il nuovo One, riunibili tramite Sonos app in un unico gruppo di riproduzione audio, l’esperienza é più che coinvolgente.
Utile anche la funzione “notte” per abbassare alti e bassi senza impattare sulla chiarezza dei dialoghi anche a volumi bassi, per non disturbare troppo chi eventualmente dorme. La funzione “miglioramento dei dialoghi” invece risulta meno soddisfacente di quanto riscontrato con altre soundbar.
Un’altra funzione che avremmo davvero apprezzato é il livellamento del volume complessivo a quello selezionato. Una caratteristica riscontrata in altri prodotti (p.es. soundbar Yamaha) ma assente nella Sonos Beam, che consente alla soundbar di adattare automaticamente l’audio proveniente dalla fonte al livello di volume impostato dall’utente. In questo modo si evita di dover continuamente alzare o abbassare il volume a seconda delle scene del film trasmesso.
Classificazione del prodotto
Nel corso del nostro test prolungato siamo giunti alla conclusione che Sonos si sia concentrata molto su design e versatilità e che abbia sviluppato il prodotto per un’utenza che desidera avvalersi di un apparecchio polivalente (soundbar, diffusore wifi ed eventuale speaker smart), ma conscia di dover scendere a compromessi in termini di qualità del suono dei brani musicali riprodotti, rispetto a diffusori wifi sviluppati esclusivamente a tale scopo.
La Sonos Beam Soundbar convince infatti senza dubbio per la sua versatilità, ma decisamente non come mera cassa wifi, specie se l’utente, come noi, é un audiofilo esigente e semplicemente si aspetta dalla Beam la stessa qualità del suono degli altri altoparlanti wifi Sonos. Per dirla chiaramente: tra il nostro Sonos PLAY:1 e la Beam c’è un vero abisso.
Testata con le più diverse tipologie di brani in HD e non, datati come modernissimi, provenienti da file o da piattaforme di streaming, abbiamo riscontrato che i bassi (nonostante l’impiego dell’equalizzatore presente nella app) risultano tutt’altro che profondi e gli alti in taluni casi persino striduli.
Per ovviare al problema abbiamo inserito la soundbar in una rientranza della consolle TV, che si è immediatamente trasformata in cassa di risonanza, stratagemma che abbiamo utilizzato con la nostra vecchia soundbar con successo. Ma il problema dei bassi smorzati e degli alti non cristallini non si é risolto neanche così. Al contrario ne ha risentito anche la qualità del suono dei filmati altrimenti ottima, motivo per cui siamo tornati al setting precedente.
La app delle meraviglie é ancora tale
Niente da eccepire invece sulla app di Sonos che ci aveva già stupiti due anni orsono. Grazie alla sua intuitività, é alla portata anche dell’utente meno avvezzo alla tecnologia, che viene guidato passo passo nel collegamento della soundbar al televisore, alla rete domestica e ai vari account sulle più diverse piattaforme di streaming, i cui brani vengono poi riprodotti tramite app direttamente sul o sui dispositivi Sonos che l’utente seleziona.
Per Spotify e Deezer tuttavia occorre un account premium. Riteniamo però che questo vincolo sia dovuto ai fornitori del servizio.
Un grosso punto di demerito, colpa del marketing?
Nella sua funzione di apparecchio polivalente la soundbar di Sonos convince su tutti i fronti. L’unica ragione per cui non possiamo classificare il dispositivo come ottimo e giustificarne il prezzo di 499 CHF é probabilmente un problema di marketing.
Una particolarità di questa soundbar é infatti la funzionalità “smart speaker”, utilizzabile con Amazon Alexa e Google Assistant. Non essendoci un servizio Alexa ufficialmente disponibile per il nostro Paese non abbiamo potuto testarla, raccomanderemmo quindi che il produttore non puntasse su questa caratteristica come punto di forza del dispositivo, perchè qui in Svizzera non lo é.
Google Assistant però c’é. La compatibilità con i prodotti Sonos pubblicizzata persino su una pagina svizzera dedicata del produttore invece semplicemente non é affatto garantita. Ovviamente disponiamo dell’assistente Google (app) e di Google Home sul nostro smartphone Android, ma sia la app di Sonos stessa sia l’interfaccia Sonos su Google Home ci informano che il servizio non é disponibile nel nostro Paese, non possiamo quindi di stabilire alcuna connessione tra l’assistente vocale Google e la Sonos Beam Soundbar. Perchè allora parlarne?
Il nostro giudizio
Analizzando la Sonos Beam Soundbar nel suo complesso troviamo il prodotto del tutto soddisfacente, il nostro giudizio é quindi positivo. Resta tuttavia da giustificare il prezzo non proprio alla portata di tutte le tasche a fronte di alcune carenze qualitative e funzionali e dello “smart speaker” del tutto inutilizzabile. Elementi a nostro avviso inaccettabili se il produttore é Sonos.